Giovanni Gabassi - "la tua arte ... ovunque, nel mondo" by Giuseppe Russo

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Giovanni Gabassi


Giovanni Gabassi, dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte Giovanni Sello di Udine, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Nelle sue opere emerge la sua visione del mondo contemporaneo; egli vuole svilupparne tutte le connessioni, più o meno percettibili con la realtà esteriore e interiore. Per questo ama giustapporre immagini, istituire legami, svelare relazioni.

Si esprime con diverse tecniche e la sua è una continua ricerca di nuove superfici e di nuove modalità espressive. Ama accostare la tecnologia più recente ai tradizionali interventi pittorici e grafici.

Usa la fotografia, ma vi interviene con retini-texture quasi a far emergere dalla realtà il suo sostrato di regole (sociali e psicologiche) che la caratterizzano.

Ha al suo attivo diverse personali e collettive (Udine, Belluno, L’Aquila, Venezia, Cannes, Salisburgo).

Giovanni Gabassi
Contrada Contarini, 5
33057 Palmanova   Udine -ITALY
cell. +39 338-2044906
tel. +39 0432-924322
skype: giovannigabassi

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Il vincolo affettivo che l’artista ha con Palmanova, sua città natale, è forte e si esplicita chiaramente anche nella produzione artistica. Giovanni Gabassi è molto legato alla città stellata e cerca, in qualche modo, di riattualizzarla, attribuendole note di colore, che le conferiscono un tocco di modernità.
“Porta Cividale” ad esempio, viene rielaborata con gli occhi di Andy Warhol e quindi scomposta in fasce di colore che la imbrigliano fino a racchiuderla in una cornice. Frequenti sono le combinazioni all’interno delle quali inserisce particolari legati alla città (leone di San Marco, pianta a forma di stella, porzioni di fortificazioni…) o spunti architettonici ben precisi e definiti (duomo, facciate di palazzi, porte, piazza grande…). Gli elementi “palmarini” sembrano imbrigliati in un movimento vorticoso, caratterizzato da  immagini e scie di colore, in un alternarsi armonico dove l’osservatore è invitato a tuffarsi dentro, perdendosi in una fuga di evasione e divertimento. Le opere di Gabassi sono un invito al viaggio, rappresentano un’esortazione all’onirico, momento nel quale tutto è concesso, anche le visioni colorate di elementi troppo grigi e statici, come quelli della sua città.
La tela diviene così un caleidoscopio, dove non sono protagonisti solo i colori, ma le immagini e soprattutto le emozioni; l’artista ci presenta uno spaccato interessante e significativo della sua espressione che spazia dall’astrazione “informe” e geometrica alla fotografia, dalle rielaborazioni informatiche al disegno. Quest’ultimo rappresenta la tecnica a cui rimane particolarmente legato in quanto gli consente un momento di riflessione e di stretto dialogo con se stesso.
La pittura di Giovanni Gabassi è una metafora della condizione esistenziale dell’uomo, sempre in balia degli eventi, agitato da forti tensioni emotive, ma con un fondo di vitale positività.
L’opera, esibisce spesso una nervatura grafica, dove si creano gli effetti ottici che debordano dalla bidimensionalità; basti pensare alle linee orizzontali e a quelle verticali che a volte si intersecano, creando interessanti combinazioni, altre, invece, sembrano attratte da poli opposti, quasi a indicare una forma di vorticismo.
La pittura si fonde con la fotografia e la grafica; diverse le tecniche usate da Gabassi che alterna le modalità più tradizionali del colore a olio con inserti di smalti e collage, alle tecnologie più recenti dove le fotografie vengono lavorate e rielaborate fino divenire opere pittoriche, poi impresse sulla tela con una stampa a getto d’inchiostro.
Particolarmente interessanti risultano le produzioni nelle quali raffigura un volto, per lo più di donna, spesso giovane ma in alcune occasioni anche anziana, a volte come perno concettuale della creazione, altre volte collocato in una posizione marginale, ma non per questo di minor rilievo. Le figure non vengono mai ritratte di fronte, sempre di profilo o di tre quarti, a significare il collegamento che lega lo sguardo delle donne, ben oltre la dimensione fisica della tela; i volti femminili sembrano in cerca di un punto di riferimento, fermo e tangibile, in un ambito, più spirituale che fisico, al di fuori del quadro.

(Alessia Tortolo)

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