Recensione - Ercole Gino Gelso - "la tua arte ... ovunque, nel mondo" by Giuseppe Russo

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Recensione - Ercole Gino Gelso


Le opere presentate da  Ercole Gino GELSO per questo 1° Concorso mettono in luce una caratteristica fondamentale (comune anche a tutto il suo percorso artistico): la scelta di soluzioni espressive diverse e allo stesso tempo accomunate da elementi certo non marginali.
Innanzi tutto si fa apprezzare l'utilizzo, diversificato, delle tecniche: olio, acrilico e smalto, acrilico.
Segno sia di una ricerca sperimentale effettuata per continuo confronto con se stesso, con quanto già prodotto, e per tensione verso la creazione artistica sia di sicuro possesso di capacità espressiva.
Interessanti e vari risultano i soggetti delle opere: due nudi femminili, sapientemente ritratti nella loro agile e flessuosa bellezza, e due "istantanee", dal forte contrasto cromatico, dai ricercati effetti di luce, afferenti al mondo reale seppur collocato in tempi e spazi diversi.
Le opere 22 ("La neve sulla testa) e 24 ("L'ombrello rosso") attirano, immediatamente, l'attenzione per le atmosfere, suggestivamente sfumate, create dalla presenza della neve; ma l'una è afferente alla contemporaneità con figure  umane "moderne", statiche, appena accennate con sapienti sfumature di colore, collocate in uno spazio cittadino, ubiquo ed indefinito, l'altra afferente al mondo del passato, con immagini fortemente dinamiche, collocate in un contesto rurale e caratterizzate da tocchi di spiccato realismo.
Nei nudi femminili delle opere n. 21 ("Il drappo rosso") e n. 23 ("Gioco di specchi")  Ercole Gino gioca con il soggetto e con il suo pubblico: i titoli sono un "inganno", tendono a distrarre l'attenzione dalla sensualità del nudo femminile (una nudità "contemporanea" da magazine patinato, caratterizzata da armonia, snellezza, morbida sinuosità) per focalizzarla su qualcos'altro evocato dal titolo.
Qualcos'altro ancora più intrigante e sottilmente subdolo: forte simbolo di accesa sensualità è il rosso ed ancora di più lo è il gioco dei tremolanti riflessi nello specchio.
Accentua poi tale impressione l'inserimento, in entrambi i quadri, di sfumati e misteriosi volti che osservano, scrutano, spiano.
Volti sapientemente accennati con leggere pennellate ed enigmatici, simbolo di quell'attenzione a volte subdola a volte morbosa a volte estaticamente ammirata che il corpo femminile e le sue graziose movenze suscitano.

(Prof. Vito Antonio Laurino)


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