Recensione - Mariella Martinelli - "la tua arte ... ovunque, nel mondo" by Giuseppe Russo

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Recensione - Mariella Martinelli


A contemplare le opere di Mariella MARTINELLI viene immediatamente in mente quanto affermato da V. Sklovski: "Scopo dell'arte è di trasmettere l'impressione dell'oggetto come visione e non come riconoscimento".
Gli scorci panoramici (che pur esisteranno da qualche parte e sono stati certo contemplati dall'artista) risultano trasfigurati, "visti" e quindi proposti alla luce di una propria sensibilità che porta quasi ad una distorsione ottica e cromatica del vero per assurgere a creazione individuale e proiezione sentimentale ed autobiografica. Così è per le due marine.
La prima vista dal mare ci offre uno scorcio panoramico di un tramonto su una spiaggia, probabilmente, adriatica; in primo piano una battigia con ombrelloni e barche, poi case, un tempo di pescatori, dai colori omologati, su un lungomare di una qualsiasi località di mare, il tutto nel rosso acceso del tramonto sui colli scuri, in un cielo scuro.
Sembrerebbe un bozzetto realistico ma ne traiamo l'impressione di una visione trasfigurata dalla memoria e dal sentimento e trasformata dall'ipertrofia delle forme e dai vivaci colori.
Per la seconda il discorso è analogo: un sorgere o tramontare del sole con sobria presenza di elementi realistici in primo piano.
Il tutto nella vivacità di un acceso contrasto cromatico.
Elementi semplici e usuali, se presi singolarmente, ma che nel complesso trasmettono una forte suggestione, una "sehnsucht" che accarezza l'animo.
L'artista ha forse volutamente lasciato anonime le due opere per accentuare il senso di indeterminatezza, di vago, di realtà sublimata nel sogno, che si percepisce.
Le altre due opere, che ci forniscono anche un esempio di tecnica mista certamente apprezzabile dal punto di vista dello sperimentalismo formale, hanno un titolo che ben le presenta "Dolce silenzio" una sinestesia che induce al vagheggiamento di un sereno "borgo" lindo ed ordinato, adagiato su un morbido colle, a strapiombo sul mare,  trasfigurato in forme dai vividi e corposi colori.
Ne traiamo, veramente, un senso di serenità e di confortevole sospensione di ogni percezione sonora.
La quarta opera "Struggente Scarlatto" è ancora uno scorcio paesaggistico con vivido contrasto cromatico con, l'ovvia, prevalenza dello scarlatto.
Le bianche casupole sono raffigurate con tratti essenziali ma sapienti, quasi inglobate dalla natura circostante e trionfante per acceso colorismo.
Come espresso dal titolo ci viene proposto un moto dell'animo, un ricordo intensamente sentito.

(Prof. Vito Antonio Laurino)

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